Prime riflessioni sull’arrivo di un cucciolo
La presentazione di questo articolo, pensato dall’esigenza di fornire materiale ai nuovi proprietari di cuccioli di tutte le razze, è frutto di ricerca fra materiale già proposto e di esperienza personale, non vuole essere la panacea per ogni questione che preoccupa chi affronta questa nuova avventura, bensì una via possibile fra le molte vie che verranno menzionate ed indicate.
Ed è con l’augurio di un buon cammino che vi accompagno in una attenta lettura.
Preparazione per l’arrivo del cucciolo
Preparazione preventiva
Occorre acquistare, in anticipo, tutti gli accessori che sono necessari all’arrivo del cucciolo nella nuova casa: Trasportino, Cuccia per la notte, se non si desidera utilizzare il trasportino in tal senso, Ciotola per il cibo e per l’acqua preferibilmente di acciaio inossidabile.
Spesso questo materiale è disponibile anche presso l’allevatore, il quale può consigliare al meglio quali oggetti sono più adatti al periodo iniziale ovviando a scelte dettate più dall’estetica o dall’inesperienza che dall’utilità effettiva.
I giochi (palla, corda con nodi, kong, animaletti di plastica rigida o in gomma, ossa e simili) dovrebbero essere scelti con cura affinché siano adatti al cucciolo evitando che li possa inghiottire con rischio di soffocamento o di ingestione senza possibilità di poterli espellere in modo naturale. Anche in questo l’allevatore dovrebbe essere il primo consigliere nella scelta appropriata.
Gli utensili per la cura del pelo, se si ha l’intenzione di accudire il cane in prima persona, dovranno anch’essi essere acquistati con le giuste indicazioni dell’allevatore senza lasciarsi consigliare da negozianti che spesso non hanno la competenza e i giusti strumenti.
Comunemente si consiglia di non lavare il cucciolo prima del compimento del sesto mese e comunque non prima del protocollo completo della vaccinazione, infatti tale operazione mette a rischio la salute del cucciolo in quanto lavandolo lo si priva del grasso cutaneo esponendolo ai rigori del clima e comunque della sua protezione naturale. Bisogna considerare che il grasso si riforma in circa tre giorni e quindi in questo periodo qualunque alterazione della temperatura o qualche incidentale bagnatura del pelo possono provocare disagi pericolosi alla salute del cucciolo. Gli shampoo a secco, in questo periodo a rischio, non risolvono certo ogni problema, ma a volte sono consigliabili per lenire gli effetti di effluvi olfattivi sgraditi.
Si trovano in commercio oggetti adatti ad essere masticati con un effetto positivo per la pulizia dei denti: possono essere di utilità sempre che non ne vengano somministrati più di una singola unità al giorno.
Quando il cucciolo giunge nella casa nuova dovrà uscire evitando la frequentazione di luoghi comunemente utilizzati da altri cani per evitare contatti con deiezioni di animali di cui non si conosce la salute o comunque che possano essere portatori sani di malattie infettive o nelle cui feci si possano nascondere parassiti.
E’ molto utile comunque abituare il cucciolo al collare ed al guinzaglio per evitare che al primo impatto con il mondo esterno, già di per sé significativo, si assommi il trauma di uno strumento, per lui fastidioso e di apparente coercizione, di tutela e di controllo al quale non sia ancora abituato.
Sarà buona cura non lasciare guinzaglio e collare in luoghi raggiungibili dal cucciolo per evitare che diventino un gioco e che possano essere danneggiati limitandone la funzionalità e la sicurezza.
Contatto con la famiglia
Ogni membro della famiglia deve prendere contatto con il cucciolo affinché questi ne assimili la presenza familiarizzando con l’odore di ognuno senza tuttavia “pressarlo” tanto da indurlo allo stress. Il rapporto con eventuali bambini deve essere misurato ed a questi si deve ben far comprendere che il cucciolo non è un giocattolo, ma un essere vivente col quale si può giocare pur lasciandogli spazi e tempi a lui necessari.
Il cucciolo può essere preso in braccio senza però costringerlo e trattenerlo contro la sua volontà.
E’ buona norma abituarlo, senza forzature, alla presenza di altri eventuali animali facendo attenzione che questi primo contatti si svolgano sempre alla presenza di qualche adulto che funga da moderatore per evitare che il timore o l’esuberanza dell’uno o dell’altro provochi un approccio troppo “vivace” o traumatico che potrebbe inficiare un buon rapporto.
In questa prima fase dovranno essergli dedicate attenzioni e contatti atti a rassicurarlo, ma se l’allevatore ha preparato il cucciolo a socializzare con l’uomo questo impatto non dovrebbe turbare il piccolo. Dedicargli comunque un’attenzione eccessiva potrebbe portare ad una dipendenza sgradita e renderlo, usando un termine abusato, “viziato”
Dovrà poter scoprire la sua nuova casa, ma sempre sotto controllo affinché non possa prendere abitudini che in futuro possano essere sgradite: essere tolleranti in questa fase iniziale autorizzerà il cucciolo ad atteggiamenti che dovranno poi essergli impediti con rimproveri o punizioni evitabili se sin dall’inizio viene impostata una giusta disciplina.
Ciò che non si vorrà in futuro non dovrà essere concesso all’inizio pena disagi per il cucciolo ed i suoi educatori.
Prima visita al veterinario
Si consiglia di portare il cucciolo dal veterinario di fiducia non appena si sia inserito nella famiglia (non oltre una settimana o dieci giorni) portando un campione di feci per assicurarsi che sia privo di parassiti. L’ambiente di un allevamento, seppur curato, è fonte di possibile presenza di parassiti a causa della presenza di numerosi cuccioli perché, seppur trattati seguendo rigidi protocolli, possono entrare in contatto con feci di altri coetanei nelle quali siano celate uova.
Il controllo della salute del cucciolo e della corretta somministrazione dei vaccini tranquillizza sia il nuovo proprietario che l’allevatore rendendo definitiva e soddisfacente la transazione effettuata. Un tempo più lungo potrebbe portare ad un attaccamento inalienabile fra la famiglia ed il piccolo rendendo problematica una sostituzione in caso di potenziali problemi di salute o di morfologia.
Il veterinario dovrebbe essere in grado di integrare suggerimenti per la cura del cucciolo che si è acquistato e per questo la scelta dovrebbe basarsi sui seguenti criteri:
Vicinanza e reperibilità – Fiducia
La vicinanza dell’ambulatorio veterinario è importante, soprattutto in caso di emergenza, infatti spesso la tempestività è un fattore determinante per un’emergenza e la reperibilità riveste la stessa importanza in quanto il proprietario si accorge del malessere del proprio cane quando questa è palese contrariamente a quanto accade all’uomo che percepisce e manifesta la propria indisposizione comunicandola spesso prima che possa insorgere un danno grave o irreparabile.
Mezz’ora può fare la differenza tra salvare il proprio animale o perderlo per sempre.
Poter contare sul veterinario che goda della fiducia di chi gli affida il proprio “pet” è molto importante, infatti sentirsi a proprio agio con questo professionista e esser certi che la sua attenzione è rivolta alla salute del proprio animale e non solo all’immagine che deve dare di sé o del rimpinguare il proprio portafoglio trasforma l’ansietà in consolazione ed i dubbi in speranze, se questo non accade è assai meglio cambiare professionista.
L’alimentazione del cucciolo
Normalmente è preferibile utilizzare lo stesso cibo che, fino al momento della consegna, è stato somministrato al cucciolo per evitare che possa subentrare qualche disturbo digestivo fino a procurare diarrea.
L’allevatore, se non ne fa una speculazione, dovrebbe poter consigliare il cibo più adatto avendo un certo numero di soggetti, che ne utilizzano le peculiarità, all’interno dell’allevamento stesso, ma è possibile che possa anche trovarsi un alimento migliore sul mercato purtuttavia, se si vuole sostituirlo, è consigliabile miscelarlo col cibo consigliato dall’allevatore in modo graduale variando il rapporto di somministrazione gradualmente consentendo al cucciolo di adattarsi al cambiamento fino ad una completa sostituzione.
Durante l’educazione del cucciolo è consigliabile gratificarlo con bocconcini premio che possono essere biscotti o preparazioni di piccole dimensioni facilmente ingeribili, per non distrarre con un impegno di masticazione dal momento educativo, ma non bisogna eccedere con i premi se non diminuendo poi il consueto pasto oppure, ed è un’ottima cosa, è possibile somministrare le stesse crocchette che si usano come cibo, in ogni caso è sempre bene ricordare che se la sessione educativa è programmata e non estemporanea è meglio somministrare il pasto dopo questa attività per indurre il cucciolo, od il cane comunque da educare, a sentire il desiderio del cibo ed essere quindi indotto a rispondere con maggiore prontezza alle sollecitazioni propostegli.
Protocollo vaccinazioni e trattamenti antiparassitari
Esistono diverse correnti di pensiero, ma la seguente risulta la maggiormente seguita:
Cucciolo:
Sverminazione a 15/20 giorni dalla nascita e ripetizione dello stesso dopo 15 giorni
A 6 settimane:
Vaccino Puppy: Cimurro e Parvovirosi
A 9 settimane:
Vaccino Ceppi (Cimurro, Parainfluenza, Epatite e Parvovirosi) + Leptospira
A 12 settimane:
Vaccino Ceppi (Cimurro, Parainfluenza, Epatite e Parvovirosi) + Leptospira
A 14 settimane:
Vaccino Rabbia
Adulto:
Sverminazione ogni 3 o 6 mesi in funzione dell’ambiente (promiscuità con altri animali o frequentazione di luoghi di possibile infestazione)
Semestralmente:
Leptospira
Annualmente:
Antirrabica e tetravalente
La prima notte nella sua nuova casa
Il cucciolo nuovo arrivato si è appena inserito in famiglia. Egli ha incontrato ciascuno dei suoi membri ed ha ricevuto attenzioni e probabilmente tutti hanno giocato con lui, ha esplorato il nuovo luogo di residenza ed ha consumato i suoi consueti pasti e, quasi certamente gli è stato mostrato dove “sporcare”.
Ora si presenta un nuovo momento critico:
La prima notte
In genere verrà riservato per lui un luogo ove è stato predisposto il trasportino o un lettino, tale luogo dovrebbe essere al riparo da correnti d’aria e non particolarmente freddo od umido, preferibilmente in casa, data l’età del cucciolo, ed in un luogo non di transito ove il neo arrivato possa trovare tranquillità e sicurezza.
Il trasportino, o kennel, dovrebbe dargli maggiore sicurezza in quanto assomiglia maggiormente alla “tana” che geneticamente è il luogo preposto al riposo, non è detto che vi si possa abituare subito, specialmente se non ha avuto precedenti esperienze, ma con l’aiuto di un premio e ignorandolo se si lamenta della sistemazione, si dovrebbe adattare in breve tempo trasformando il luogo nel suo angolo di elezione.
Vi sono cuccioli che si adattano subito pur trovandosi da soli e senza la compagnia dei fratellini, in questo la stanchezza della giornata appena trascorsa dovrebbe aiutare, ma è possibile che si lamenti anche con disperazione: è il suo meccanismo di difesa con il quale vuole rifiutare la solitudine e tenta di richiamare l’attenzione della sua precedente famiglia.
Il miglior consiglio è quello di non cedere anche se ci si sente un poco colpevoli e di fare in modo che, pur non rivolte a lui, questi senta le voci dei componenti della famiglia o della televisione che probabilmente è accesa per trastullare i suoi nuovi “famigliari” umani.
Questi rumori non faranno sentire il cucciolo nella completa solitudine e poco a poco cederà al sonno imparando una routine che gli diventerà gradualmente famigliare.
Vi sono credenze, personalmente sperimentate e mai trovate risolutive o avvalorabili, che consigliano di lasciare un orologio col cui tichettio simulare il battito cardiaco della madre. Questo escamotage dovrebbe tranquillizzarlo ed indurlo a non sentirsi solo, ma, pur sopravalutando l’ingenuità del cucciolo, si dubita seriamente che possa esser tratto in inganno in questo modo.
Altri suggeriscono il fornire un recipiente, resistente ai morsi, riempito di acqua calda per simulare la presenza di sui simili od ancora di lasciare nel luogo del riposo i giocattoli con cui ha trascorso la giornata, ma è consigliabile lasciare che il cucciolo si abitui “spartanamente” e si formi una sua personale solidità caratteriale anziché utilizzare palliativi che porteranno sempre a dipendenze di vario genere.
Si raccomanda sempre prudenza a concedere al cucciolo abitudini che non si vorranno concedere permanentemente, quindi se, per eccesso di tenerezza, verrà concesso un posto nel proprio letto, un successivo distacco provocherà comunque guaiti e pianti, inoltre ne verrà anche a soffrire l’inserimento del cucciolo nel giusto punto della scala gerarchica della comunità che lo ospita (l’ultimo gradino ovviamente) rendendo più complicata la convivenza con il cane.
L’inserimento del cucciolo e quindi il raggiungimento della sua serenità dovrebbe impegnare non più di una settimana: un piccolo travaglio che alla fine porterà a buoni frutti.
Ansietà da separazione
Il cane è un animale sociale, che per sua natura tende a vivere in comunità, normalmente mai da soli.
L’inserimento in famiglia crea una nuova comunità ove il capo branco è un componente della famiglia, di solito il maschio adulto, e gli altri componenti sono comunque, come già detto, superiori nella scala gerarchica.
Lo scopo del cane sarà quindi di appartenere al branco e di stare il maggior tempo possibile inserito in esso patendo, a volte, l’ansia da separazione quando viene lasciato a se stesso quando i componenti della famiglia saranno assenti.
Una coppia di cani potrà sentire in minor misura questa sensazione, ma vi potrà anche essere la possibilità che facciano branco fra di loro sentendosi confortati dalla reciproca sicurezza creando però una piccola comunità all’interno del branco stesso, occorrerà quindi una maggiore attenzione quando il branco sarà al completo per mitigare questo piccolo inconveniente
L’ansia da separazione induce il cane a sfogare la propria frustrazione ed il senso di solitudine abbaiando continuamente o distruggendo quanti più oggetti gli capitano fra le zampe ed i denti e ne sono vittime mobili, tappeti, tende, porte, ecc., a volte anche i muri stessi vengono graffiati e rovinati per giungere infine all’incontinenza orinando e defecando in tutta la casa:
Questi sono episodi estremi e frutto di una sommatoria di frustrazioni del tutto preventivamente evitabili con una educazione formativa e consapevole.
Si usa dire che questo comportamento viene assunto come vendetta per essere stati lasciati soli, ma è soltanto frutto di questa ansia da separazione indotta da un atteggiamento troppo protettivo ed assillante da parte dei proprietari.
Questo atteggiamento psicologico è non solo curabile, anche se con molta attenzione, ma lo si può prevenire abituando il cucciolo ad avere dei momenti in cui viene lasciato solo occasionalmente e se si utilizza il kennel come tana è ancora più facile abituarlo senza turbative di sorta.
Essendo un punto importante è bene ribadire che il cane si inserisce nella comunità come gregario, questo non significa ignorarlo o offrirgli meno affetto, ma è fondamentale che abbia dei limiti e che capisca che non si ottiene nulla con guaiti e lamentele, si deve abituare a rispettare quanto gli viene indicato, a non mendicare (e ottenere) cibo a tavola, insistere per giocare e atteggiamenti simili. Non è mai da paragonare all’atteggiamento dei propri figli, ma l’esempio calzante è quello delle pretese dei figli di ogni tipo di giocattoli tutte le volte che ci si trova davanti ad una vetrina o di leccornie in pasticceria oppure ancora ad insistenze per ottenere qualunque altra cosa. Se si cedesse ogni volta non ponendo limiti, vedremmo scene con urla strepiti in occasione di ogni richiesta mentre un fanciullo educato e rispettoso si accontenta di un “no” o di un “…poi ne parliamo”.
Un buon atteggiamento, per evitare tentazioni di sorta, è quello di abituare il cane a non condividere abitualmente il letto ed il divano, di consumare i pasti in luoghi diversi da quelli dei proprietari e in tempistiche differenti, di non allungare mai bocconcini da tavola poi, quando questo atteggiamento è ben radicato si può, di tanto in tanto, offrire delle concessioni ma sempre su esplicito invito e non di iniziativa del cane
L’atteggiamento di chi lascia la casa dovrebbe essere normale senza un’enfasi particolare, il cane percepisce gli stati d’animo di chi vive con lui avendo una qualità che naturalmente all’uomo manca: l’empatia: La nostra preoccupazione quindi fa leva su questa percezione e ne procura preoccupazione a lui stesso con la conseguenza di alimentare l’ansia da distacco.
Il ritorno deve avvenire nello stesso modo: un normale approccio senza la psicosi da “figliol prodigo” altrimenti l’aspettativa di una particolare emozione valorizza la pena per il distacco.
Le effusioni, il gioco, la particolare attenzione possono aver luogo immediatamente dopo con il ritorno alla normalità, in qualunque situazione particolare l’emotività dovrebbe essere controllata lasciando poi che si sfoghi quando il quotidiano caratterizza la scena.
Ricapitolando: l’ansia da distacco nasce da un atteggiamento troppo premuroso da parte dei proprietari, il condividere con il cane ogni istante della propria disponibilità crea dei vuoti che procurano ansietà, è quindi indispensabile giocare col cucciolo, stringerlo a sé per la reciproca soddisfazione, ma lasciargli spazi in cui possa giocare da solo o che lasci autonomia ai proprietari inducendo il cucciolo ad accettare la presenza degli umani solo visiva o anche solo percepita uditivamente mentre questi si adoperano a faccende domestiche od anche solo ad attività di riposo. Fondamentale non subire mai le richieste del cane, anzi scoraggiarlo, semmai offrendo poi l’eventuale oggetto desiderato qualche momento dopo quando la sua attenzione non è più postata verso la richiesta.
L’ansia da distacco, dunque, è procurata da un atteggiamento sbagliato da parte della famiglia e non dal cucciolo il quale risponde unicamente alla nostra apprensione ed alla nostra ricerca di affetto e soddisfazione, indubbiamente legittima ma da gestire con oculatezza.