Lo schnauzer

Aprire questo argomento, parlare cioè degli Schnauzer, indicandolo con il semplice nome generico della razza appare limitativo anche se dà corso, nell’animo dello scrivente, ad un flusso di emozioni difficilmente celabile, ma d’altronde per parlare di loro non occorre utilizzare fronzoli o artifizi, in quanto loro sono “loro” e si distinguono per essenzialità e attaccamento all’uomo.
Il cenno storico per introdurre questa razza ripercorre strade già visitate da ben più illustri relatori dai quali non ci si può discostare senza cadere in errore.
I primi antenati degli schnauzer pare quindi che risalgano a date ben antecedenti all’immagine di un presunto schnauzer ritratto in un dipinto, a cavallo del 1500, dal Dürer e da successive rappresentazioni in dipinti di indiscutibili artisti, infatti si ritiene che sia il “canis palustris” l’antenato certo dei terrier e di conseguenza dei pinscher, traduzione in lingua tedesca di terrier, nella sua varietà di “Pinscher tedesco a pelo ruvido” denominata in seguito Schnauzer per la presenza di consistenti difese presenti sul muso. Quest’ultima differenziazione fa intuire la peculiarità di scovare nelle tane roditori o piccoli predatori e gli conferisce un aspetto di medie o piccole dimensioni adatte per lo stesso scopo.
L’interazione fra uomo e cane, che promuove la soddisfazione di entrambi con il ruolo di capo branco e di dispensatore di cibo da parte del primo e di difesa e collaborazione per la caccia da parte del secondo, prosegue per diversi secoli fino a selezionare spontaneamente o volutamente cani con diversa tipologia ed utilizzo. Lo schnauzer appare, dopo aver latitato all’interno della linea di sangue che contraddistingueva i terrier, timidamente verso la fine del 1800 presentandosi rozzo, con le orecchie e la coda amputata e dedito alla caccia in particolar modo di roditori, piaghe, questi ultimi, delle case e delle fattorie. L’amputazione era praticata per rendere meno vulnerabili, dalla ovvia difesa che gli animali cacciati opponevano, questi nostri amici ed anche per offrire minor presa da parte dell’uomo quando questa abitudine si confermò in cani destinati alla difesa e non più alla caccia. Il Pinscher continua il suo cammino e viene ufficializzato il 3 marzo del 1895 e solo verso la fine della prima decade del 1900 che compare nella cronaca il Münchner Schnauzer per essere ufficializzato poi con nome di Schnauzer il rauhaaringer Pinscher e diventare tutelato da un Club: il “Bavarian Schnauzer Klub”.

Lo schnauzer, diventato finalmente tale si presenta con le caratteristiche dello schnauzer medio con colorazione grigia, scura sul dorso e argentata sul petto, nelle zampe e sul muso, di spiccata caratteristica è la qualità del pelo che si presenta ispido e di compatta copertura e con vistosi baffi e barba che giustificano il nome: infatti è con la parola “schnauzer” che venivano indicati i baffi nella zona della Baviera.
Il nostro “baffuto” , instancabile corridore, veniva adibito ad accompagnare le carrozze durante i loro lunghi percorsi dimostrandosi insensibile alla fatica e ad ogni avversità della natura, ponendosi inoltre quale primo ostacolo ai pericoli che con frequenza minacciavano i viaggiatori in quei tempi.
Inquadrato come razza, lo schnauzer comincia ad avere un aspetto ben definito mostrando una testa stretta con una linea dorsale diritta ed un’altezza appena inferiore a quella attuale, il colore è ancora non ben definito ed oltre ai classici pepe/sale e nero erano consentite variazioni con abbinamenti di rosso o grigio con il giallo, mentre erano considerati non conformi i colori chiari ed il bianco.

La selezione iniziale tendeva a combattere le stesse battaglie che si combattono ai tempi attuali, ora naturalmente con sforzi assai inferiori data la tipicità ormai consolidata della razza, la ricerca era quindi portata a cercare una chiusura dei denti che escludesse il prognatismo e l’enognatismo, si tendeva ad eliminare i soggetti con pelo morbido ed a conformare una testa stretta ed allungata, tipo terrier, prediligendo i massetteri non sporgenti ed il muso non appuntito. Una svolta decisiva per l’aspetto dello schnauzer, nella sua versione “originale” si ha con la pubblicazione dello standard nel 1956 dove i parametri attuali vengono già individuati e specificati e nello specifico il rapporto testa-dorso, l’altezza ed il rapporto altezza al garrese-lunghezza del tronco, il colore viene limitato al pepe e sale ed al nero puro.

Lo schnauzer nano (zwergschnauzer) appare “ufficialmente” negli stessi anni in cui nasce il “Bavarian Schnauzer Klub” ed esce da un periodo di estrema ricerca ed attenzione in cui la tipicità di questa varietà assume lo stesso aspetto dello schnauzer medio, solo di taglia più piccola, allontanandosi dall’aspetto che il nanismo aveva prodotto nei primi esemplari di zwergpinscher a pelo duro. I primi tempi non sono facili e le difficoltà permangono per lungo tempo rimanendo presenti le forme di nanismo fino a che, in vari passaggi, si porta l’altezza massima dai 28 cm. iniziali ai 35 cm che vediamo fissati nello standard di razza del 1956. L’aspetto dello schnauzer di piccola taglia è ora assai simile a quello di taglia media e il nanismo non si presenta più se non come difetto. Fissando la taglia con lo standard citato, si definisce anche il colore che deve essere pepe e sale ed il nero, solo più tardi, grazie al contributo di allevatori svizzeri e nord americani, viene riconosciuto il colore nero-argento con l’inserimento nello standard tedesco nel 1976 e solo un anno più tardi in Italia.
L’ultimo arrivato nella famiglia dello schnauzer nano è la varietà bianca che viene riconosciuto in Germania nel 1979/80 e in Italia attorno al 1990.

Lo schnauzer gigante (Riesenschnauzer) appare sempre attorno al 1910 e viene classificato ancora col nome di Münchner Schnauzer ed ha colorazioni ancora non ben definite, come del resto anche le altre taglie, e come suo antenato figura un certo “cane lupo bavarese” che ha caratteristiche simili allo schnauzer per tipologia di pelo e di aspetto. Inizialmente utilizzato per la difesa dei bovini nelle valli bavaresi, si scopre ben predisposto anche come cane di utilità dando prova di versatilità e di buona attitudine ad essere addestrato ottenendo ottimi risultati in prove e campionati tanto che, dopo esser stati riconosciuti con uno standard di razza, nel 1923, con le stesse caratteristiche dello schnauzer medio pur indicandone l’altezza fra i 55 e i 65 cm, nel 1925 ottiene il riconoscimento ufficiale di cane da utilità. Nel 1956 viene modificato lo standard ed infine, con ulteriori modifiche, si definisce un riesenschnauzer avente le stesse caratteristiche generali della razza, zwergschnauzer, schnauzer e riesenschnauzer fissando quest’ultimo all’altezza al garrese minima di 60 cm. e massima di 70 cm. confortando così la definizione di “gigante”.

In Italia, lo schnauzer appare timidamente negli anni ’20 principalmente con la taglia media, ma è nel dopoguerra che lo schnauzer si conferma per la passione di allevatori che spaziano nelle tre taglie con allevamenti che hanno fatto la storia di questa razza. Molti sono i nomi meritevoli di essere citati, ma dimenticarne qualcuno sarebbe imperdonabile ed in ogni caso gli appassionati ne conoscono già la storia, per gli altri la redazione e lo scrivente potranno dare le informazioni richieste e la bibliografia citata in calce, da cui queste stesse pagine di modesto sunto storico sono state tratte, potrà essere di indiscutibile aiuto.
La diffusione e l’apprezzamento dello Schnauzer, nelle sue otto razze, si avvale del supporto insostituibile dello Schnauzer Club Italiano di cui presento la breve storia citando dalla sua stessa fonte i punti essenziali unitamente agli scopi che lo animano:
“Il giorno 8 aprile 1956 venne indetta l’assemblea costitutiva presso la sede dell’E.N.C.I. Nel corso di tale assemblea venne eletto il Consiglio Direttivo nelle persone del Dottor Gino Granata (Presidente), Professor Ballotta (Vicepresidente), Dottor Soliani (Segretario), Signora Rina Sacchetti e Signora Milia Pozzi Tarlarini (Consiglieri). L’ E.N.C.I. nella persona del Presidente, Dottor Giuseppe Solaro, in data 3 agosto 1956 inviò allo Schnauzer Club Italiano il riconoscimento ufficiale. L’attività del Club è stata sin d’allora improntata alla promozione al miglioramento ed alla tutela delle proprie razze. In base al numero di soggetti iscritti ai Libri Genealogici ogni anno l’ E.N.C.I. attribuisce il numero di raduni e mostre speciali delle quali ogni razza può disporre, attualmente tale numero è di 6 prove per ognuna delle nostre razze, fra queste vi è anche l’annuale Campionato Sociale.
L’attività del Club consiste anche nell’organizzazione di prove di lavoro, fra le quali anche il Campionato Sociale, e nella preparazione e nel supporto del proprio Team di Lavoro.
Il Club ha inoltre organizzato corsi di toelettatura e di handling, con prove teoriche e pratiche che hanno riscosso notevole successo.
Allo scopo di rendere maggiormente capillare la propria presenza sul territorio e conseguentemente il supporto fornibile ai propri Soci ed agli appassionati schnauzeristi lo Schnauzer Club Italiano si è organizzato localmente in Delegazioni Regionali ed in Sezioni, alle quali ogni schnauzerista potrà rivolgersi per ottenere le informazioni ed il supporto desiderato.
Al fine di promuovere attivamente il miglioramento dell’allevamento italiano lo S.C.I. ha introdotto la Prova di Selezione, una complessa prova che richiede, oltre all’esecuzione, per i medi ed i giganti, della lastra per il controllo della displasia dell’anca (HD), per la quale è sino ad oggi accettato il valore massimo di HD 2, il superamento di una sezione di lavoro, diversificata in base alla taglia ed atta a verificare il possesso delle qualità caratteriali naturali ritenute indispensabili. Solo in seguito al superamento di tale prima fase il soggetto può accedere alla sezione morfologica che comporta oltre ad un giudizio di tipo espositivo e ad una prova di verifica del colore, anche una lunga serie di misurazioni del soggetto atte a verificarne la rispondenza ai parametri dettati dallo standard. Sulla base di tali prove viene rilasciato al soggetto che le abbia superate un certificato di selezione. Scopo di tale titolo è il fornire una chiara indicazione su quali siano i soggetti sui quali il Club abbia avuto modo di effettuare delle verifiche morfologiche e caratteriali idonee a qualificarli ed a raccomandarli come riproduttori. Il possesso della qualifica di Soggetto Selezionato è divenuta obbligatoria per il conseguimento del prestigioso titolo di Campione Sociale (classe adulti).
Lo Schnauzer Club Italiano è stato inoltre il primo ad introdurre la prova del colore obbligatoria in tutti i propri raduni di bellezza, scopo di tale prova è la verifica dell’assenza di tinture e rafforzanti del colore mediante un’apposita prova chimica effettuata sul pelo prelevato in alcuni punti del corpo dei soggetti vincitori. L’introduzione di tale prova è ulteriore segnale della serietà con la quale lo Schnauzer Club Italiano intende salvaguardare le razze oggetto della propria tutela.
Lo Schnauzer Club Italiano è una delle Società Specializzate Nazionali europee aderenti all’International Schnauzer Pinscher Union (I.S.P.U.) L’attività dell’I.S.P.U. comprende oltre a delle riunioni internazionali nel corso delle quali tutte le Società membre espongono problemi e suggerimenti atti al miglioramento ed alla situazione delle razze nei rispettivi paesi, anche l’organizzazione di prove I.S.P.U. di Lavoro e di Bellezza che vengono di anno in anno disputate in ognuno dei paesi membri. L’Italia ha ospitato l’I.S.P.U. di bellezza nel 1992 e l’I.S.P.U. di Lavoro nel 1997, le prove I.S.P.U. di lavoro comprendono classifiche sia singole sia a squadre.”
In aggiunta a quanto espresso dallo S.C.I. è interessante presentare una primizia, infatti in occasione del cinquantenario della fondazione dello Schnauzer Club Italiano, l’organizzazione dell’I.S.P.U. 2006 è stata affidata allo nostro Club e si svolgerà nella città di Pesaro il 19 settembre del prossimo anno dando così l’opportunità di presentare una vetrina di prestigio al un club che si prefigge, giorno dopo giorno, il consolidamento ed il miglioramento della razza.

Chi è lo schnauzer

Dopo aver visto, per sommi capi, l’origine dello schnauzer possiamo prendere in considerazione il “chi è”, ma la risposta, ovvia per i più, non è di semplice formulazione.
Nei suoi caratteri generali lo schnauzer mostra fierezza nell’aspetto e la sua struttura quadrata, che lo distingue come forte galoppatore, resa imponente anche dalla forza espressa dalle zampe che appaiono irrobustite dalla presenza del pelo, ne esaspera l’immagine e incute, a chi lo osserva, una sensazione di riverenza e timore. Avalla questa impressione il suo muso forte e di dimensioni importanti che cela lo sguardo dietro a delle superbe difese che erigono un baluardo di inviolabilità a chi cerca, tramite l’espressione, di vagliarne l’atteggiamento. Vedremo in seguito questo aspetto estetico ma prima esaminiamo il suo carattere. Si sa che sono molte le pregiudizievoli che spesso allontanano da questa razza, ma, per la maggior parte dei casi, sono infondate e frutto di errate interpretazioni.
In primo luogo consideriamo che le taglie da esaminare sono tre e, pur non apparendo scontato, anche fra i colori delle stesse taglie appaiono evidenti delle differenze. Volendo quindi porre sotto una lente di ingrandimento, per una più specifica verifica, una taglia per volta cominciamo con quella che dovrebbe essere la più conclamata e cioè quella media.

Lo schnauzer medio, di conformazione del tutto simile alle altre due taglie, nella colorazione pepe e sale appare come soggetto di carattere più “rustico” rispetto al nero e l’immagine che dà di se è combattiva e irrispettosa quando è posto di fronte a suoi simili anche se di dimensioni maggiori o di uomini che offrono la mano accattivante per accarezzarlo. Come tutti gli schnauzer è attento ma, nella sua tipicità, non ombroso o pauroso, il suo atteggiamento ha origine proprio dalla sua specifica attitudine: “cane da utilità e difesa”. Dovendo essere un difensore esso diffida dunque di chi si avvicina al suo territorio ed alle persone “affidate” a lui, offrendosi a parare l’eventuale intrusione o minaccia. Lo schnauzer medio nella versione di colore nero puro non sempre dimostra la stessa baldanza e la apparente arroganza del precedente e, pur possedendo le stesse caratteristiche, le evidenzia con minore veemenza. Questo comune atteggiamento rivolto a chi si propone, sconosciuto e quindi soggetto alla massima attenzione, viene letteralmente sconvolto quando lo schnauzer vive la sua intimità con il gruppo sociale di cui fa parte. In famiglia infatti egli mostra tutta la sua socialità ed il suo atteggiamento dolce dimostra di quanto possa essere generoso dispensatore di affetto. Una giusta educazione, nei primi mesi di vita, ed un corretto addestramento alle elementari necessità per l’inserimento nel sociale, potranno rendere oltremodo gradevole la presenza al nostro fianco di questo compagno di vita.

Lo schnauzer nano, vivace folletto e superba sentinella…è con questa definizione che lo schnauzer nano trova la sua identità, ma la sua affettuosità ed “intelligenza” lo rendono ancora più desiderabile agli estimatori di questa taglia. E’ un cane che non disdegna farsi notare quando viene posto davanti ad una situazione imprevista, mostra la sua indifferenza alle maggiori dimensioni di suoi simili ed anzi cerca di redarguirli se non li trova rispettosi nei suoi confronti, resta comunque un buon testimone, nella sua tipicità, di dignità ed equilibrio. Come ogni cane necessita della giusta educazione e del corretto inserimento nella gerarchia della famiglia che lo accoglie ed è, se non si eccede nell’accordagli troppo spazio viziandolo ed assecondando ogni sua richiesta, un perfetto compagno all’interno della casa dove si inserisce elargendo affetto e coccole. La sua permanenza in un giardino per lunghi periodi o per la totalità della sua vita trova nella sua adattabilità un adeguamento, ma non è certo la sua giusta collocazione.

Lo schnauzer gigante detiene il maggior numero di presenze fra le varie taglie ed è, nel suo statuario aspetto, una solida immagine di cane possente ed altero. Nella sua colorazione nera ha, all’interno delle otto razze schnauzer, il maggior numero di iscrizioni al LOI, ma è presente anche nella colorazione pepe e sale. Il riesenschnauzer è un cane solido, quadrato nella sua conformazione (rapporto altezza al garrese / lunghezza del tronco come già detto precedentemente) sviluppa un ottimo galoppo che mantiene per lunghe distanze grazie anche ad una possente muscolatura, le ampie e consistenti difese rendono il muso, di forma rettangolare, fiero ed importante che ne fa soggetto tale da incutere timore. Sotto questa copertura poco accattivante si può scoprire, entrando in contatto con lui, una sobrietà ed una affettuosità insospettate che lo rendono piacevole compagno ed attenta tutela di chi fruisce del suo inserimento in famiglia. Questo energico soggetto si pone a difesa del proprio territorio e del gruppo sociale a cui appartiene, vigilando con attenzione e manifestando la propria intransigenza, ma grazie allo spiccato equilibrio che lo contraddistingue, si mostra docile e sereno se inserito nella comunità.

Le informazioni appena offerte sono chiaramente insufficienti per delineare esattamente la tipicità della razza di cui trattiamo, ma illustrano un percorso introduttivo a cui si possa fare riferimento nell’eventualità di un inserimento nel proprio contesto. La scelta di un cane è sempre da effettuare con la consapevolezza di ciò che si richiede al cane stesso, mettendo come considerazioni indispensabili le proprie aspettative, il tempo che si ha a disposizione, lo spazio specifico da dedicare al cane e, non ultime e non trascurabili, le esigenze del cane stesso. Queste otto razze racchiuse all’interno della definizione “schnauzer” offrono un’ampia gamma di possibilità e di scelta tanto che non sarebbe sbagliato definirlo “un cane per tutte le occasioni”, è chiaro che non si deve considerarlo utile per la caccia, per esempio, ma tutte le condizioni, che lo possano inserire nell’ambito di una famiglia, sono presenti in questa molteplice varietà di soggetti.
Quali sono dunque queste otto razze ? Abbiamo visto le tre taglie nelle quali sono presenti i colori Nero puro e Pepe/Sale, ma nella taglia più piccola, lo zwergschnauzer, le colorazioni Nero/Argento e Bianco completano la gamma. Queste distinzioni, che meglio si potranno apprezzare leggendo lo standard di razza, distinguono e delimitano in modo ben definito le caratteristiche di ogni soggetto, quindi non è gradito, per esempio, un nano pepe e sale con il manto invece totalmente grigio pur avendo le caratteristiche di taglia e di proporzioni corrette ed è per questo che lo Schnauzer Club Italiano si prodiga per tutelare la specificità di ogni singola razza controllando il colore del pelo con accurati test e verificandone la morfologia ed il carattere nella selezione: è solo superando questi specifici controlli che si possono ottenere riconoscimenti tali da conseguire il titolo di campione Italiano di bellezza .

Si vedrà meglio in seguito come si effettuano queste verifiche, ma, per rientrare sull’argomento riguardante la scelta di un cane per la propria famiglia, vediamo chi è interessato ad uno schnauzer ed a quale, infatti ci si deve sempre porre un paio di domande: Siamo la famiglia adatta per avere un cane? Qual è il cane adatto alla nostra famiglia?
Alla prima domanda occorre analizzare bene le motivazioni e la propria disponibilità valutando l’opportunità di inserire un animale in casa in considerazione che non è solo un peluche che di tanto in tanto “sporca” e che si può coccolare quando si ha necessità di affetto. Il cane ha delle esigenze inalienabili ed inserendolo in famiglia occorre tenerne conto. Entra nel nucleo famigliare una vera e propria unità in più con esigenze igieniche, di salute e di attenzione che non si debbono e non si possono dimenticare. Non è neppure da considerare un divertimento per i propri figli, finirebbe dimenticato come un giocattolo o “smontato” (con bambini troppo piccoli per aver coscienza di che cosa si trovano di fronte) per vedere com’è fatto. Spesso nel tentativo di rispondere a questa domanda si trovano allevatori o venditori che asseriscono cose inaudite pur di vendere e le loro argomentazioni trovano fondamento in fantasiosi tentativi di avvicinare le potenzialità del cane alle esigenze degli incauti clienti. Un Club di razza serio ed attento ha appunto lo scopo di fornire lo standard di razza e le caratteristiche comportamentali dei cani che rientrano sotto la sua tutela fornendo, inoltre, un elenco di allevatori soci verso i quali ci si può rivolgere per ottenere un soggetto con le qualità quanto più vicine allo standard. Una piccola alzata di scudi per motivare e gratificare il ruolo dell’allevatore è doverosa, infatti è solo con il suo lavoro e la sua attenzione alla genetica, alla morfologia ed all’aspetto caratteriale dei cani del suo allevamento che rende possibile mantenere cuccioli identificabili all’interno dello standard, mentre chi per puro amore o per avidità accoppia soggetti in modo casuale difficilmente può offrire la stessa qualità, nel contesto generale, che un allevatore propone avvalendosi della accurata selezione su cui basa la propria attività.

Inserire un cane nella propria famiglia richiede pertanto un forte senso di responsabilità e di disponibilità unito all’amore per gli animali supportato quindi anche da una accorta ricerca dell’animale da scegliere.
La seconda domanda invece verte sulle aspettative che formuliamo al momento della decisione presa con coscienza e convinzione. Per quale famiglia è adatto lo schnauzer? Vediamo prima l’aspetto esteriore del cane che è motivo di soddisfazione, ma anche di impegno. Lo schnauzer non perde pelo quando la tessitura di questo è corretta, infatti nella sua tipologia, il pelo ha una ben definita longevità smettendo di crescere quando è “maturo”, poi ha necessità di essere strappato; in natura avviene, con questo tipo di pelo comune a molte altre razze, sfregandosi contro asperità, rovi o quant’altro, in cattività tale operazione viene effettuata manualmente da addetti specializzati: tale operazione è detta “stripping” e non procura alcun dolore, in opposizione a quanti asseriscono il contrario, quanto il pelo è predisposto al distacco e favorirlo con specifiche attrezzature rende possibile la ricrescita corretta del pelo nuovo. Non avere quindi pelo per casa è sicuramente un aspetto caro ai proprietari di questo cane anche se il doverlo portare obbligatoriamente a “strippare” comporta una perdita di tempo ed una spesa che, tuttavia, non regge il confronto del vantaggio. La corretta frequenza di tale operazione oscilla dalle tre alle quattro volte l’anno con una piccola “revisione” negli intervalli per ben definire le parti che richiedono maggiori attenzioni.

Un altro aspetto positivo è l’equilibrio che si riscontra nel carattere di questi cani e la franchezza del loro atteggiamento. Molto di tutto ciò è subordinato all’atteggiamento di chi lo possiede, ma gli schnauzer non hanno solitamente atteggiamenti isterici ed indisponenti che si osservano in altre razze e vengono prediletti appunto per queste caratteristiche. Molto legati ai componenti della famiglia, seguono ogni loro movimento e cercano solitamente un contatto fisico per dimostrare la propria presenza e per richiedere attenzioni e scambio di affetto. E’ evidente che nelle differenti taglie queste richieste risultano di diversa natura e che possono essere gestite con una adeguata educazione. Il gestire il comportamento del cane viene definito in modo distinto: l’educazione comporta un adeguamento delle azioni del cane alle esigenze della famiglia tramite gestualità, emozioni, che il cane percepisce tramite la percezione empatica che è nel suo bagaglio genetico, e correzioni vocali, l’addestramento impone una disciplina più rigida tramite sollecitazioni più forti e duro allenamento tanto da imporre l’obbedienza a ben precisi comandi.

Il cane di piccola taglia richiede spazi e momenti di sfogo assai diversi dagli altri, infatti lo schnauzer nano trova nell’abitazione già uno spazio in cui può correre e giocare senza arrecare alcun danno e senza comunque sconvolgere la casa, viene spesso accolto in tutti gli ambienti e si appropria di divani, poltrone e quant’altro gli venga concesso grazie al suo piccolo ingombro ed alla sua spiccata simpatia. Spesso si presenterà simile ad un saltimbanco, mendicando carezze o bocconcini, ritto sulle zampe posteriori ed agitando le anteriori con la bocca aperta e la lingua fuori per mostrare la sua eccitazione ed implorare i favori di chi fruisce della sua rappresentazione. Non è un cane pigro, anzi, ma gradisce stare accucciato a contatto dei suoi proprietari se non addirittura in braccio pur accettando di buon grado la propria cuccia. E’ necessario portarlo a fare le consuete passeggiate per abituarlo a sporcare nei luoghi e nei tempi desiderati, ma non è un formidabile camminatore quindi, nel caso di passeggiate o escursioni particolarmente lunghe, è auspicabile una sacca o trasportino morbido per poterlo trasportare senza eccessivo ingombro per chi se ne prende carico. In casa, come già osservato, è un ottimo avvisatore di “pericolo” pertanto segnala la presenza di fatti insoliti o di “intrusi” con veemenza pur non essendo, abitualmente, un grande abbaiatore.

La taglia media, quella di origine quindi, vede un animale portato per trascorrere la propria vita sia in casa che all’esterno, robusto e di forte costituzione affronta le asperità metereologiche quasi con indifferenza. Questa premessa non fa di lui un cane da giardino infatti ha le stesse caratteristiche del nano per quanto riguarda il rapporto con i proprietari ed è ancora di taglia sufficientemente contenuta da non creare difficoltà alcuna se viene tenuto in appartamento, ma ha naturalmente bisogno di un piccolo giardino o di passeggiate per attenuare la propria carica vitale e per fare il movimento necessario. Non sarà sbarazzino come il nanetto, ma la sua simpatia si manifesta ancora con grazia e sobrietà. Buon guardiano, non si lascia intimorire da eventuali intrusi, ma affronta a piè fermo le situazioni in cui occorre il suo intervento. Camminatore formidabile e gran passista non deluderà le aspettative di un proprietario sportivo.

Nel presentare lo schnauzer gigante tutto farebbe pensare che non sia un cane adatto ad un appartamento o a spazi ridotti, ma non era questo lo scopo di quanto anticipato. Il gigante ha effettivamente una stazza “corposa” ed ogni suo movimento lascia presagire devastazioni e suppellettili in grave pericolo, ma non è così!. E’ evidente che la logica lo indicherebbe unicamente come cane da cortile o da giardino, ma con la corretta educazione si muove per casa come e meglio di tanti bambini. A somiglianza dei precedenti egli ama il contatto con i suoi proprietari, ne condivide gli spostamenti ed ama posizionarsi tenendo uno stretto rapporto con loro. Lo spazio di un appartamento non gli è sufficiente per sfogare il suo dinamismo, che è prorompente, ma una buona attività fisica, utile anche per chi lo possiede, svolta all’aria aperta lo soddisfa e gli consente di restare in casa senza problemi.
Anche in questo caso ci si ritrova in presenza di un cane non abbaiatore, ovviamente nelle condizioni ordinarie, ma pronto a segnalare la presenza estranea e far fronte a situazioni in cui si richiede la sua attenzione. Ottimo cane quindi da difesa, infatti svolge il suo compito contrapponendo alle intrusioni il proprio aspetto fisicamente potente e un vigoroso abbaio fungendo da deterrente ad eventuali malintenzionati. Per lo schnauzer, come per le altre razze i cui soggetti sono posti a difesa della proprietà, sarebbe indicato non lasciarli alla mercé di chiunque si possa avvicinare alle recinzioni esterne è infatti in quei luoghi che essi sono indifesi contro cibo avvelenato, spray o quant’altro possa danneggiarli senza venire a contatto contro chi mira a danneggiare in qualunque modo il luogo da loro difeso. La migliore posizione per ottenere lo scopo desiderato è da considerarsi la casa stessa o una recinzione interna a quella confinante con l’esterno. Questo suggerimento non tiene ovviamente conto del fatto che non tutti hanno ville con immensi parchi e quindi lo spirito di adattamento farà di necessità virtù.

La presenza di uno schnauzer in casa, come si è già evidenziato, non crea il disagio di trovare peli di cane in ogni dove grazie al tipo di pelo che gli è caratteristico, il pelo dello schnauzer è formato da sottopelo di consistenza lanosa che rimane basso di spessore tanto da essere coperto dal pelo duro e di importante consistenza che ne forma il vero mantello. Il pelo duro cresce per un certo periodo di tempo, che può variare dai tre ai cinque mesi, poi si stabilizza venendo a maturazione ed è, in quel momento, pronto per essere tolto manualmente con l’ausilio di “coltellini” appositi, come si è già visto tale operazione viene chiamata “stripping”.

Lo stripping si effettua strappando appunto il pelo maturo a cominciare dalle sopracciglia escluse fino a seguire tutta la linea dorsale fino alla coda, lateralmente viene strippata la spalla anteriore scendendo fino al gomito, tutto il torace, lasciando una adeguata frangia lungo la linea inferiore del torace, e la coscia fino al garretto avendo cura di non toccare la parte anteriore della coscia stessa. Questa operazione dovrebbe essere effettuata da addetti ai lavori per evitare di eccedere provocando chiazze di pelo mancante(nel caso si esageri e si vengano a formare “buchi” causa la mancanza di pelo, non c’è da preoccuparsi se non per l’aspetto estetico e si dovrà attendere la successiva ricrescita), si dovranno trattenere i peli più lunghi fra il pollice ed la lama del coltellino ed estirparli poco per volta senza andare troppo in profondità per non lavorare sui peli in crescita, questi ultimi non hanno ancora la consistenza e la brillantezza di quelli estirpati e solo in un secondo tempo assumeranno le caratteristiche dei peli tolti, dopo l’operazione descritta, infatti, il pelo apparirà più morbido e leggermente opaco e tale resterà fino al suo pronto irrobustimento che verrà evidenziato da un aspetto più brillante del mantello. Dopo lo stripping si dovrà utilizzare la tosatrice per radere le guance, la parte anteriore del collo e delle spalle quindi la parte posteriore nella zona anale fino a scendere a liberare dal pelo la zona dei genitali. Le due differenti zone, molto evidenziate dalla differenza di trattamento, dovranno essere “raccordate” usando o forbici dentate o coltellini da “trimming” che accorciano il pelo senza estirparlo dalla radice.

Un momento particolare sarà quelli di “scolpire” la testa, è un vero e proprio lavoro di precisione effettuato per meglio evidenziarne le caratteristiche e renderla esteticamente gradevole. Le difese debbono essere evidenziate ma non esasperate mostrando un sopraciglio lungo e compatto fino a raggiungere il tartufo ma che deve lasciare il fianco della testa scoperto liberando la visuale laterale del cane, la guance vanno rasate, ma non debbono rivelare gli angoli della bocca che apparirebbero antiestetici, i baffi e la barba dovranno apparire un tutt’uno spezzato solo se il cane apre la bocca. Dalla radice delle sopracciglia all’inizio del collo il pelo dovrà essere corto, per mostrare la testa nella sua forma, allungandosi gradualmente o repentinamente, a scelta del preparatore, raggiungendo il collo, le orecchie ben rasate verranno pulite sugli orli per ben definirle e liberate all’interno dei peli superflui e fastidiosi anche dentro il canale auricolare.

La linea della rasatura dovrebbe sfiorare l’angolo dell’occhio e passare accanto agli angoli della bocca senza, come detto scoprirli, formando una linea diagonale che accentua la lunghezza della testa rendendola piacevolmente armonica e maestosa. Le frange dovranno essere curate, ma non troppo abbondanti e lo stesso trattamento dovrebbe valere per lo sterno ed il petto….usare il condizionale è doveroso visto che questo aspetto estetico viene rivisitato da diverse linee di pensiero. Queste diverse scelte mostrano da uno schnauzer “essenziale”, privato in larga misura del pelo lasciandolo esposto nella sua reale struttura fisica evidenziandone i tratti morfologici e la struttura muscolare, ad uno schnauzer con dorso e torace ben visibile ricoperto di un peli lisciato ed adeso , ma con zampe avvolte in corposi “pantaloni” di pelo che lo rendono più massiccio, ne accorciano la struttura rendendolo più compatto ed esteticamente più apprezzabile ed è solo il contatto della mano dell’esperto che riesce a valutarne la corretta conformazione ed gli aspetti essenziali della sua tipicità.

Altre correnti di pensiero portano a modificare, in posizioni intermedie, la tolettatura di uno schnauzer, ma è al vaglio del giudice esperto che queste diverse elaborazioni del pelo diventano inefficaci e rimangono solo una bella copertina di un libro valutato unicamente per il suo contenuto.