Come acquistare un cucciolo

Acquistare un cucciolo porta spesso ansia e perplessità, le aspettative sono molteplici ed il timore di incorrere in qualche delusione crea incertezze ben comprensibili a cui si accumulano domande che lasciano inquietanti punti interrogativi ai quali non si associano risposte, ma altri dubbi. Avendo scelto la razza, passo di per sé già di notevole impegno, rimane sempre l’indecisione relativa a che rivolgersi, infatti vi sono diversi canali che offrono cuccioli ed ognuno tende ad offrire sé stesso con la sicurezza di essere il più indicato; vediamo di esaminare quali sono a partire dalla loro reperibilità spontanea.

Annunci on-line o su stampa specializzata in offerte fra privati:
Chi offre cuccioli tramite questi veicoli d’informazione è, per la maggior parte, un privato che, avendo una femmina di caratteristiche spiccate di razza o addirittura con documentazione che ne comprova la tipicità, si è trovato,casualmente o per propria scelta, a vedere la sua ineguagliabile creatura offrire al mondo una cucciolata che è il coronamento dell’amore che anima la loro reciproca esistenza ed è, a malincuore, pronto a condividere la sua gioia con altri fortunati che riceveranno, previa una modesta transazione di denaro, un cuccioletto da amare e che ricambierà tutto l’affetto ricevuto.

Commercianti del settore “pet” che trattano anche gli animali stessi:
In questo caso il contatto è quasi scevro di sentimenti e la trattativa è limitata al piano strettamente commerciale con una aggiunta di affabilità professionale che si impone trattando del “vivo”. Il commerciante non alleva quasi mai i cuccioli che offre e li reperisce da allevatori o dal mercato d’importazione offrendo un “prodotto” la cui qualità non ha garanzie di sorta. Nel caso di commercianti che trattano direttamente l’allevamento dei cuccioli è possibile che si trovino nel loro allevamento 20/30 razze o più di cui forniscono documenti e garanzie.

Allevatori riconosciuti dall’ENCI:
Reperire cuccioli presso questa terza fonte richiede una ricerca accurata su riviste specializzate, oppure frequentando esposizioni cinofile o tramite internet, in aggiunta alle conoscenze dirette ovviamente. Spesso la distanza fra l’acquirente e l’allevamento è considerevole e forse il viaggio non sortisce esito positivo ed il prezzo è quasi sempre il più alto delle tre opzioni indicate e le apparenti garanzie sono le stesse offerte dagli altri.

Proviamo ad esaminare accuratamente le tre possibilità appena accennate, nel primo caso la realtà ci propone spesso interlocutori pieni di entusiasmo che offrono i cuccioli come se fossero i rappresentanti più qualificati della razza dove invece è l’amore e l’orgoglio che li fa apparire tali ai loro occhi. I fattori genetici, probabilmente, non sono stati presi in considerazione ed il frutto di tanto amore può portare all’evidenziare difetti che si accumulano e che ledono l’aspetto estetico od il carattere ingannando che, favorito dal prezzo quasi certamente limitato e dall’entusiasmo, viene attratto in una situazione e che non sempre lo soddisferà. E’ certo che alla fine il neo acquisto si inserirà nel nuovo contesto e che porterà felicità a chi lo ha accolto in famiglia, ma il più delle volte ci si dovrà accontentare ed il trovarsi con un soggetto troppo alto dove il pelo non corrisponde alle caratteristiche oppure con le zampe anteriori che si aprono verso l’esterno od ancora con la linea dorsale cifotica farà dire, a consolazione, la solita frase “ma io non volevo un cane da esposizione”.
Nel secondo caso occorrerebbe prestare attenzione ad un aspetto fondamentale: la provenienza. E’ certo che non si vuole credere alla cattiva fede di chi propone un cucciolo, ma quasi mai il commerciante vede il luogo ove questi cuccioli vengono allevati e non ne conosce le origini non potendo quindi garantire di persona la qualità e la salute del piccolo che si trova al centro dell’attenzione per il quale esistono delle aspettative che non sempre vengono soddisfatte. Da dove possono provenire dunque questi cuccioli che si trovano quasi sempre nel momento giusto in cui li si cerca? La risposta è semplice da ricercare: nel migliore dei casi questi cuccioli vengono da famiglie che non sono riusciti a “commercializzare” direttamente i piccoli che si nono trovati in giro per casa senza sapere più come gestirli oppure provengono da allevamenti “intensivi” dove difficilmente vi è la possibilità di effettuare una accurata selezione e il solo aver un maschio ed una o più femmine che producano quanto necessario a soddisfare le richieste è sufficiente a creare un allevatore.
La quantità sopperisce alla qualità ed il presso che “spunta” al momento della vendita, cumulandosi nella frequenza, garantisce un lauto guadagno. In questi casi non è infrequente trovare presso lo stesso produttore diverse razze, decine di razze a volte ed è solo l’immaginazione che può far comprendere ottimisticamente la condizione dei riproduttori e la natura dei cuccioli che ne risultano. Ancora una possibilità è quella dei cuccioli importati da paesi ove non vi è controllo nella produzione o dove questo controllo lascia larghe maglie a cui si può sfuggire.

Carichi di cuccioli vengono introdotti clandestinamente nel nostro paese e commercializzati come cani di razza, vengono loro attribuiti documenti presumibilmente falsi che ne garantiscono l’appartenenza alla razza che vien richiesta e sono privi di assistenza veterinaria tanto che alcuni, molti purtroppo, giungono presso le nuove famiglie solo per morire o per subire travagliate esperienze veterinarie per tentare di salvarli. E’ vero che qualche volta il prezzo del cucciolo è allettante, ma vale il rischio che si corre? E’ lecito, per qualche euro in meno, alimentare un mercato che il solo immaginarlo fa rabbrividire? Chiudiamo questa nera parentesi ricordando che i commercianti si rivolgono anche ad allevatori che fanno della loro attività una passione e che allevano guardando i cuccioli con occhi amorevoli e non vedendoli trasformati in fruscianti biglietti di banca.
Questi allevatori hanno un ruolo sociale che spesso viene disconosciuto anche se altrettanto spesso vengono considerati con cinismo e superficialità ed è proprio a questi che, nel terzo caso, ci si può rivolgere. L’allevatore, riconosciuto come tale, ha uno scopo ben preciso nel mondo della cinofilia ed è a questi che bisognerebbe ricorrere nella scelta di un cucciolo, ma quali sarebbero i supposti vantaggi? L’allevatore, oltre a possedere una vera passione (la mia esperienza personale e le conoscenze dirette nel settore mi farebbero escludere lo scopo strettamente economico) dovrebbe seguire il codice deontologico dettato dall’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana – ENCI – che, oltre alle norme comportamentali, richiede che l’attività sia orientata al miglioramento dei soggetti del proprio allevamento e, conseguentemente, al miglioramento ed alla diffusione della razza allevata.

L’allevatore dovrebbe essere il referente ed il garante di colui che, desideroso di un compagno a quattro zampe, cerca la tipologia e l’aspetto estetico e caratteriale di un cane che più si può inserire nel proprio contesto sociale. L’approccio con l’allevatore dovrebbe avvenire con disponibilità di ascolto da parte dell’acquirente e l’obbiettività professionale, pur condita da amore per la razza da coinvolgimento emotivo, dovrebbe essere l’equilibrata replica dell’allevatore.
Il codice deontologico, sottoscritto dall’allevatore al momento della conferma dell’accettazione da parte dell’ENCI di ammetterlo fra i soci allevatori, prevede un comportamento volto alla tutela della razza e di chi si rivolge a lui come acquirente. Tutto può essere negato da un comportamento truffaldino, ma l’ENCI dovrebbe ergersi a difesa dell’utente che ad esso può rivolgersi per muovere accuse e denunce.

Tornando all’aspetto più interessante della questione e cioè al cucciolo, dovremmo immaginare che in un ambiente privato il cucciolo può vivere carico di attenzioni, ma anche ricolmo di atteggiamenti che spesso sono dettati dall’esperienza e dal “sentito dire”. La prima fase, dal parto allo svezzamento, vede il cucciolo rapportarsi alla sua specie e l’eccessivo intervento di “mani umane” potrebbe distrarne l’apprendimento ed infastidire la madre che potrebbe prestare sempre meno attenzioni alla cucciolata, mentre la professionalità di un allevatore determina la piena “coscienza interspecie”da parte dei piccoli intervenendo solo quanto necessario e solo al momento opportuno assume l’onere di cominciare a svezzare la cucciolata seguendo i canoni che l’esperienza ha determinato.

Spesso sento di cuccioli allevati utilizzando latte vaccino e/o omogeneizzati senza tener conto che il latte vaccino è assai diverso da quello prodotto dalla mamma e gli omogeneizzati non contengono tutti gli apporti necessari al cucciolo: latte specifico prodotto per cuccioli di cane e cibo per cuccioli, frantumato e bagnato, magari con il latte stesso, e poi servito sempre più grosso ed alla fine secco in funzione della capacità di masticazione dei cuccioli è quanto somministro nel mio allevamento, ma, ribadisco, il tutto è frutto di numerose esperienze e di confronto con veterinari ed altri allevatori e vien lasciato spazio a diverse correnti di pensiero.
Riportiamo l’attenzione sul cucciolo e sull’allevatore il quale nota il percorso della crescita del cucciolo e, sotto l’occhio vigile del veterinario, che interviene almeno due volte dopo la nascita in occasione delle due vaccinazioni che debbono essere effettuate entro i 60 giorni in cui la cucciolata dovrebbe rimanere presso l’allevamento, stabilisce la corretta situazione di salute ed effettua la prima valutazione sulla morfologia dell’animale in questa fase di sviluppo.

Questo è quello che l’allevatore può e dovrebbe garantire al neo-proprietario del cucciolo : corretta crescita e stato di salute. Non si possono chiedere miracoli ne previsioni dato che la sfera di cristallo non è nel bagaglio dell’allevatore il quale conosce bene il cucciolo e se, nel passato, la linea di sangue al quale il piccolo appartiene ha presentato disfunzioni o anomalie, tali informazioni delineano con quale consapevolezza offre il suo “prodotto”.

Il prezzo appare alto? Queste considerazioni dovrebbero attenuare il senso di disagio che l’udire la cifra di acquisto crea, queste stesse considerazioni hanno la volontà di far comprendere che l’allevatore ha un registro delle nascite e che ogni cane registrato, salvo diversa collocazione, da reddito e quindi diventa un qualcosa di concreto ed è sul concreto che ci si può rivalere nel caso di una vendita non corretta, seppure in buona fede, mentre presso un privato non si ha certo lo stesso tipo di garanzie e se il prezzo è minore anche l’affidabilità della transazione rendendo possibile la perdita totale dell’esborso e a volte, ahimè, anche dell’animale sul quale contavate poter riversare il vostro affetto.