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Intervista a Paolo Iuretigh

Luglio 19, 2023

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Quando e come è stato il suo primo incontro con la razza?

Rivedo ancora la scena: Giardini Margherita di Bologna, un distinto signore con un completo sportivo. Grandi baffi e una pipa sbuffante fra i denti che passeggiava con disinvoltura tenendo un grosso cane nero al guinzaglio. Io ragazzino di dodici anni circa ero lì a guardare a bocca aperta quella coppia: con invidia lui, con ammirazione il grosso cane. Questo è stato il mio primo approccio con lo Schnauzer. Ora so che il cane era uno Schnauzer Gigante e perché quel signore passeggiava con tanta sicurezza e ostentazione. Prima ancora di diventare allevatore sono stato proprietario di Schnauzer Giganti, o meglio Riesenschnauzer, e ho passeggiato anch’io lungo via Indipendenza e sotto il “pavaglione” (lo struscio di Bologna) ostentando i miei due Riesen.

Quale è stato il suo primo soggetto e cosa ha significato?

Anotherdream detta Ishtar, il mio primo Schnauzer Gigante e secondo cane “vero” della mia vita. Ho avuto un’altra femmina prima di Ishtar, un pregevole esemplare di Pastore Tedesco che è ancora nel mio cuore: Terry. che ha vissuto per me ed è stata una insostituibile compagna per i 12 anni della sua vita. Però, quello che Ishtar mi ha dato e mi sta dando è molto più di quello che un essere umano pensa di potersi aspettare da un amico cane: ora che possiedo più di trenta cani e il tempo da dedicarle non è tantissimo, lei è felice dei pochi momenti che le dedico come se fosse ancora quella cucciola che mi fece la pipì sui pantaloni quando la presi in braccio per portarmela a casa. Se potessi spiegare con parole il perché della mia predilezione per questa razza forse non sarei un poeta dilettante o un improvvisatore di racconti per passione, ma lo farei per professione perché saprei usare le parole per esprimere sentimenti e sensazioni che vorrebbero esplodere nel mio petto per contaminare gli altri.

Perché gli schnauzer?

Perché ti prendono, perché vivono dentro di te, perché io li sento”. Se poi qualcuno vuole saperne di più mi venga a trovare e, come facevano i vecchi di tanto tempo fa, davanti al caminetto di qualche sera autunnale o invernale, una cuccuma di vin brulé e delle caldarroste, posso raccontare qualche storia.

Con quali aggettivi descriverebbe sinteticamente la razza?

Credo che un buon giornalista chieda sempre una analisi sintetica riguardo qualche specifico argomento, ma ogni risposta sintetica si può adattare a qualsiasi cosa, per esempio: lo schnauzer è un ottimo amico del suo compagno/a. È giocherellone, esuberante, affettuoso, è un ottimo compagno dei bambini. fa la guardia ed è diffidente verso gli estranei. è equilibrata ed ha una soglia del dolore molto alta.

Quanti aggettivi o pregi vogliamo ancora dire?

Forse ho scordato qualche cosa, magari anche molto importante, ma c’è da dire che sono veramente così a parte qualche eccezione… Chiunque potrebbe dire così del suo cane, a parte qualche eccezione.

Quando ha cominciato ad allevare?

Allevare cani, o meglio avere cani per casa e poter fare cuccioli è sempre stata la mia passione, anche con Terry abbiamo fatto due cucciolate. Ma allevare prima Riesenschnauzer e poi Zwergschnauzer è entrato nel sangue solo dopo aver preso Ishtar ed essere, di conseguenza, entrato in contatto con veri allevatori e aver partecipato a esposizioni cinofile.

Come è organizzato il suo allevamento?

I miei cani vivono con me e io con loro, nel senso che effettivamente alcuni cani vivono in casa con me a rotazione, non posso certamente tenere una decina di cani in casa contemporaneamente, e io vivo con gli altri in quanto tutta la mia vita, a parte qualche breve momento, la passo nel mio allevamento, per lavorare o per portarli nel campo di lavoro per attività sportive o di gioco. Ho acquistato l’allevamento che possiedo da Carlo Bartolini, un esperto allevatore di Schnauzer che si è ritirato, ma che ha allestito un allevamento di tutto rispetto e che, senza nulla togliere al magnifico lavoro che lui ha fatto, oggi sto tentando di migliorare rimodernando le strutture e le possibilità di impiego. Per esempio il vecchio campo di lavoro, ormai in disuso, e un campo incolto adiacente sono stati trasformati in campi effettivi di attività sportiva. In più offriremo, ai vari club di razza, la possibilità di raduni o prove di lavoro cosa che per lo Schnauzer Club Italiano è già avvenuto.

Di quanti cani è composto?

Oggi, come già detto, possiedo più di trenta cani fra Giganti, Medi e Nani e mediamente nascono quattro cucciolate di Giganti, due di Medi e cinque  di Nani, ma di queste ultime ne sono previste di più per il futuro.

Come sceglie le famiglie a cui affidare i suoi cuccioli?

Scegliere le famiglie non dovrebbe essere compito mio in quanto sono le famiglie che dovrebbero scegliere il tipo di cane adatto per loro, la mia responsabilità maggiore è quella di spiegare a che tipo di cane sono di fronte e cercare di far riflettere se sono “loro” adatti allo Schnauzer. II tipo standard della mia clientela è quella che già conosce le caratteristiche della razza: non sono troppi gli estimatori e questo è un bene perché non trasforma lo Schnauzer in una razza commerciale di larga vendita, di soldi facili per allevatori estemporanei, ma con pochi scrupoli. II rovescio della medaglia è che, essendo una cane poco conosciuto o addirittura “temuto’ non si raggiungono numeri sufficientemente alti per poter garantire sempre e per tutti gli allevatori una selezione diretta, ma ci si basa su selezioni effettuate da allevatori terzi senza una diretta esperienza.

Come sceglie gli accoppiamenti?

Credo che la scelta sia la stessa per qualunque allevatore, cercare di ottenere accoppiamenti fra i migliori soggetti del proprio allevamento e/o cercare soggetti significati i fra i colleghi della stessa razza. Certo che non sono scelte facili, ci si basa sulle caratteristiche che si vogliono sviluppare maggiormente fra il carattere, la bellezza o addirittura la singola peculiarità di qualche soggetto che si cerca di fissare nel proprio allevamento: spesso è una scelta basata sulla sensibilità e sull’esperienza e non sempre ci i riesce. Una scelta da operare con oculatezza, e da molti temuta se non addirittura demonizzata, è la pratica dell’imbreeding: tale pratica consta nell’utilizzare soggetti con grado di parentela vicino tenendo però presente che l’assenza di complicazioni genetiche e della perfetta salute per evitare una somma di difetti  valorizzando altresì peculiarità da esaltare. L’imbreeding favorisce l’omogeneità della progenie e minimizza ricordi genetici di cani di cui si conosce solo l’aspetto fisico e di cui nessuno menziona le possibili tare presenti nel loro patrimonio genetico. E’ evidente che l’inserimento di sangue nuovo, pur presentando rischi, è necessario per  procedere in una buona linea di sangue.

Dove sta andando la razza in generale?

Una prima risposta si può ottenere confrontando le fotografie di uno schnauzer del primo dopo guerra e di un soggetto di oggi: il cane è meno essenziale, ma molto più “carino”. È più vestito e nasconde forse qualche difettuccio con il pelo. Ora è più corto, cioè più nel quadrato con angolature maggiori e musi stupendamente forniti di folte sopracciglia, baffi e barba: in conclusione è molto più bello ma non è più il cane da utilità e difesa di cui molti paventavano il comportamento.

C’è differenza tra la selezione per il lavoro e quella per la bellezza? Se sì, in cosa consiste?

Doveva effettivamente sorgere spontanea la domanda che mi pone data la mia ultima frase. Infatti, la selezione di razza per lungo tempo ha seguito due direttrici diverse creando un cane da lavoro, con caratteristiche più simili al cane essenziale di cui parlavo prima, e un cane da bellezza (spesso irriso dagli addestratori per la poca determinazione di carattere e la troppa diffidenza) le cui caratteristiche principali sono maggiormente quelle morfologiche. Oggi la tendenza di molti allevatori sta portando a un ritorno al passato, si cerca infatti un bel cane con una buona propensione al lavoro. Avere un cane con queste caratteristiche potrebbe riportare lo schnauzer nei campi di attività sportiva in numero sufficiente a ridare lustro alla razza per le sue peculiarità specifiche e non solo per la bellezza e il temperamento. Ritrovare la tempra e la severità unite all’equilibrio, che non ha mai perso in un cane la cui bellezza non può essere messa in discussione è quindi l’obiettivo di quei molti allevatori che amano lo Schnauzer.

A che punto è l’allevamento italiano?

Abbiamo passato momenti migliori e forse non siamo tenuti molto in consider­azione dalle altre nazioni, ma se riusciremo a fare il balzo in avanti di cui parla­vo prima dovrà accadere che ci si accorga di noi non solo per quel singolo cane, ma per la globalità della qualità dell’ allevamento italiano. E’ indubbio che il “nuovo Schnauzer” non corrisponda allo Schnauzer che i veri amanti della razza vorrebbero, correnti diverse lo stanno trasformando in un “modello” da show favorendo il “look” dalla sostanza o la mole dalla correttezza morfologica: non si legge più lo standard di razza valutando un soggetto da esposizione ma si predilige nascondere sotto l’abito la vera natura del soggetto esaminato dove il tolettatore ha un ruolo predominante rispetto all’allevatore che lavora nel rispetto della razza.

La considerazione definitiva è che ci si allinea alla tendenza attuale di valutare preferibilmente ciò che appare piuttosto di ciò che è, usando un termine che potrebbe non calzare esattamente ma che esprime il concetto, l’edonismo quindi oggi corrompe la vera filosofia di un allevatore che lo porta a ricercare la bellezza con un semplice ricorso  al trucco invece di selezionare una linea morfologica con ricerca e sacrificio.

In effetti oggi lo Schnauzer non sempre ha un pelo duro come il fil di ferro ma si ricerca un pelo malleabile che possa coprire, sagomandolo, una groppa scorretta, il mancinismo delle zampe anteriore o l’aspetto vaccino di quelle posteriori, altre volte si porta in esposizione un cane di mole sostanziosa con i difetti sopra citati e lo si preferisce ad uno di taglia corretta con solida muscolatura ma giudicato, in raffronto al primo, di poca sostanza.

Il numero di cani mascherati sono sempre più numerosi e può capitare che un giudice, è capitato a me personalmente, giustifichi il suo giudizio con “io so bene come si deve presentare un cane: io sono un tolettatore”. Di fronte a questo sfoggio di competenza ci si stringe nelle spalle e con un sospiro ci si allontana decisamente avviliti e consci dell’inutilità dell’esperienza.

A chi è adatto questo cane?

Rigirerei la domanda: “Chi” è adatto a questo cane””. La famiglia tipica o la persona tipica adatta allo Schnauzer è quella standard! Non ci sono famiglie non adatte, ma comportamenti non adatti. Se il proprietario di un cane sa di avere un cane e non un pelouche o uno schiavo o, ancor peggio, un soggetto su cui far ricadere le proprie frustrazioni, allora è adatto allo schnauzer come a qualsiasi altro cane. Forse un barboncino o uno schnauzer nano richiedono una forza minore per frenare le intemperanze di un Gigante, ma questo o quelli sono ingestibili, in misura proporzionale alla loro mole, solo se non sono educati o meglio solo se il proprietario non ha idea di come gestirli. Questa è la molla grazie alla quale Carlo Bartolini ha iniziato la sua attività di allevatore, l’addestramento: quando ha acquistato il suo primo cane (per vincere il terrore che i cani gli incutevano) ha prenotato alcune lezioni di educazione cinofila. Per il cucciolo l’addestramento vero e proprio avviene in tempi successivi e lui ha imparato a gestire il proprio cane prima ancora di poterne apprezzare la compagnia: così il suo cane gli ha dato soddisfazioni e non disagi in quanto sapeva qual’era il suo ruolo e Carlo sapeva come comportarsi. Da 28 anni fa a ora il cane è cambiato, l’alimentazione è cambiata, ma il rapporto fra cane e uomo no.

Come si comporta con even­tuali altri animali di casa?

Personalmente, ho una gatti­na che non dà nessun peso alla presenza di cani per casa. Credo che l’abitudine a frequentarsi sia il maggior stimolo alla convivenza: è chiaro che la curiosità di un cucciolo abbia bisogno di qualche freno. Quindi una soffiata o una zampata pos­sono sempre scappare all’inizio di un rapporto, poi, se gli animali sono equilibrati, tutto si sis­tema.

Di cosa ha bisogno per diventare un compagno meraviglioso?

Lo schnauzer è un compagno meraviglioso, le sue necessità esisitono a prescindere. La compagnia è necessaria per lui quanto l’aria per respirare, nel senso che uno schnauzer tipico non “molla” mai il suo proprietario se non per una sgroppata sui prati o per soddisfare una curiosità o per seguire l’istinto predatorio (qui entra la questione educazione e addestramento), ma non abbandona il suo punto di riferimento. Lo spazio e il moto sono una conseguenza della compagnia, gli necessita uno sfogo, vedi passeggiata, corsetta sul prato, ecc.. ma vive tranquillamente in una normale casa, intralciando il proprietario nei suoi spostamenti che vuole sempre seguire non solo con lo sguardo, limitatamente comunque allo spazio che gli si vuole concedere. Se va sul divano o se mendica cibo a tavola o se dorme sul letto è solo perché gli è stato consentito la prima volta. Consapevoli esattamente di quale sia il suo ruolo nella famiglia e quali siano gli spazi consentiti al proprio cane, gli si debbono porre i limiti conseguenti e si potrà constatare che anche lo schnauzer, come qualunque altro cane equilibrato, si comporterà in maniera adeguata. L’addestramento è la chiave di volta del giusto rapporto uomo/cane: molti ritengono che non sia giusto che un cane riceva punizioni, o che venga redarguito, per ottenere comportamenti che fan piacere a noi giungendo a viziarlo sino ad esser limitati loro stessi nelle proprie consuetudini: il non potersi sedere sul divano perché il loro “amico” ne ha preso possesso e non vuole esserne sfrattato, manifestandosi con ringhi e a volte morsi è un classico, seppur paradossale, esempio. L’educazione di base insegna più con gesti che con parole quale atteggiamento premia e quale no e il cane in tenerissima età impara più che con punizioni date in età superiore agli otto/dicci mesi in cui molti, quando lo fanno, portano il loro cane ad addestrare. Non posso e non voglio dettare un corso di educazione cinofila. Occorre che il neo proprietario se ne faccia carico e vivrà 11/14 anni di felicità col proprio cane.

Particolare attenzione richiede iI settore dell’alimentazione, la scelta fra un’alimentazione fatta in casa e un buon alimento secco, vedi crocchette, deve essere ben ponderata: in linea di massima la preparazione casalinga del cibo esprime il proprio amore per il cane di cui si ha cura, ma sfugge alla reale conoscenza di ciò di cui il cane ha realmente bisogno, il cibo preconfezionato, se di buon livello dovrebbe soddisfare tutte le reali necessità di un cane e solo patologie specifiche potrebbero creare delle esigenze alimentari diverse. Per conto mio preferisco un cibo secco di alta qualità che fornisce tutte le sostanze necessarie ignorando quello di qualità inferiori che spesso non hanno nemmeno il minimo necessario ad una discreta alimentazione. Le pappe che qualcuno ama preparare in casa non sono quasi mai un alimento completo ed equilibrato e di conseguenza  hanno bisogno di integratori, mentre sono assolutamente da sconsigliare gli avanzi del cibo umano e/o cibo preparalo con metodologia simile a quella per cibi umani: il sale, I’unto e grassi cucinati sono veramente dannosi per il nostro amico a quattro zampe e, se a noi apparentementa non costa abbreviare la nostra vita, non vedo perché dovremmo far vivere meno e meno bene il nostro cane. A volte soddisfiamo noi stessi dando al cane leccornie umane, ma il mio consiglio è di non farlo, piuttosto, per dare al cane un piccolo premio, gli si può elargire un biscoltino o un prodotto umido specifico: il proprietario è gratificato della sua generosità e il cane non ne soffre.

Ci sono accorgimenti particolari per la sua educazione e/o la sua gestione?

A quanto ho già detto aggiungerei solo di non usare atteggiamenti contraddittori col cane, per esempio se il giardino deve essere la sua casa, fino a che non ha imparato non fatelo mai entrare in casa, dovrà fermarsi sulla soglia e solo al vostro richiamo potrà entrare: in contrapposizione se abita in casa non fatelo star fuori solo perché è sporco, se questa è la vostra scelta adattatevi ad asciugarlo o a spazzolarlo rientrando altrimenti lui non capirà e tenderà a disubbidirvi. Per quanto riguarda la gestione della pulizia, sarà bene tenere conto della necessità di tolettarlo con stripping almeno due/tre volte l’anno e accudirlo spesso con spazzola e slanatore o con altri strumenti specifici. L’allevatore che fornirà il cane dovrebbe comunque consigliare al meglio il neo proprietario.

Soffre di problemi fisici particolari?

Gli Schnauzer sono cani forti e abitano sia in casa che in giardino senza problemi. È chiaro che è comunque meglio non strippare o tosare (pratica che sconsiglio veramente) durante i primi freddi. Per quanto riguarda la salute credo di poter asserire che lo schnauzer è un cane che normalmente gode di buona salute anche, se come ogni essere vivente, è soggetto a qualunque bizzarria che la natura o l’ambiente possa sbizzarrire contro di lui, ma una buona azione preventiva può assicurare un buon viatico per una vita sana. Porgerei maggiore attenzione alle cure di base come la pulizia settimanale delle orecchie detergendole con disinfettanti auricolari come il Clorexiderm-oto (ve ne sono ovviamente altre marche di egual valenza) e farei in modo da mantenere il canale auricolare privo di peli strappandoli – questa operazione potrebbe essere svolta dal veterinario o dal tolettatore ma a volte sento che entrambi si rimpallano la pratica – si può fare semplicemente con la punta delle dita o con una pinzetta, il cane ne è infastidito, ma il proprietario amorevole lo può abituare poco a poco evitando che alla fine nessuno lo liberi dal possibile focolaio di infezioni auricolari. Un seconda attenzione riguarda la pulizia dei denti, non c’è pane secco o barrette specifiche che possano risparmiare questa pratica al proprietario, uno spazzolino da denti umano o uno specifico per cani con un dentifricio ugualmente prodotto per uso animale potranno risolvere il problema che è più accentuato nello zwergschnauzer che, nella normalità, pare abbia una salivazione che predispone alla formazione del tartaro. Se la pulizia non viene effettuata c’è il rischio che i denti si coprano di tartaro, le gengive si infiammino e, a lungo andare, il cane perderà i denti. La terza pratica frequente è quella di detergere gli occhi in quanto la nostra razza ha una lacrimazione frequente e, poco alla volta, si forma una secrezione umida ai lati dell’occhi che, trascurata, si può seccare e la sua asportazione può provocare il distacco del pelo sul quale si è formata lasciando una piccola chiazza glabra antiestetica. E’ sufficiente detergere regolarmente questa secrezione con acqua tiepida, camomilla o prodotti specifici ed il tutto sarà risolto.

Ci sono altre patologie che possono colpire lo schnauzer gigante o anche il medio come la displasia dell’anca o del gomito (quest’ultima vede statistiche notabili solo per il medio), dove un buon allevatore dovrebbe fare azione preventiva facendo accoppiare soggetti con displasia dell’anca “A” o “B” oppure “0” o “1” per il gomito togliendosi dall’imbarazzo di essere stato negligente e quindi non responsabile di quella bizzarria della natura già accennata. Il grado di displasia si riscontra facendo effettuare un controllo radiografico da un veterinario autorizzalo all’età di 12 mesi, o, per i più scrupolosi, un esame preventivo a 6 mesi, anche se quest’ultimo non è determinante visto che si sono verificati casi in cui un esame dal risultato positivo o dubbio ha preceduto il secondo esame definitivo che poi è risultato assolutamente negativo. Un’altro possibile pericolo, che comunque riguarda tutti i cani di grossa taglia, è la torsione di stomaco che porta a conseguenze mortali contro la quale consiglio due pasti al giorno e riposo dopo i pasti, ma è possibile anche una azione prevenzione chiamata “gastropessi preventiva” che richiede un intervento chirurgico. Normalmente è possibile effettuarla effettuare durante l’anestesia per la radiografia all’anca.